Lo Sport e l’attenzione da rivolgere in età evolutiva
Attraverso il coinvolgimento di tutta la persona, corpo, mente ed emozioni, l’attività sportiva di qualità può trasforma il movimento in una manifestazione individuale, sociale ed anche artistica:
- individuale perché offre la possibilità di esplorare ed esprimere la propria sensibilità emotiva, favorendo l’autostima e l’iniziativa personale, sviluppando un atteggiamento conoscitivo e forme di pensiero creativo;
- sociale perché come attività di gruppo stimola la capacità di attenzione e di rispetto nei confronti degli altri e del loro patrimonio culturale, migliorando comunicazione e relazione interpersonale;
- artistica perché da sempre stimola ed aiuta l’uomo ad esprimersi comprendendo che non tutto ha risposte univoche e spesso è necessario considerare più prospettive ed andare alla ricerca di soluzioni creative.
Da anni ormai si conosce l’importanza della corretta pianificazione dell’allenamento fisico, tecnico e tattico in base alle fasce di età e alle competenze dei giovani atleti/artisti. Tuttavia, ancor oggi è troppo spesso esigua la consapevolezza legata all’importanza dell’aspetto psicologico durante le fasi di allenamento.
La teoria di Jean Piaget, psicologo svizzero, spiega lo sviluppo concettuale e cognitivo dell’individuo dalle prime fasi di vita fino all’adolescenza e ci corre in aiuto per ricordare che i bambini passano attraverso una serie di stadi di sviluppo nelle rispettive fasce di età. Per tale motivo è possibile strutturare dei programmi differenziati a seconda dell’età e del sesso, che rispettino anche lo sviluppo cognitivo ed emozionale dell’allievo. Possiamo provare, seguendo le sue indicazioni, a riflettere su questi concetti brevemente riassunti:
5-8 anni: Imparare divertendosi. A questa età il bambino scopre il suo corpo e le sue potenzialità di socializzazione con il mondo esterno e per questo motivo l’apprendimento deve avvenire in modo ludico, senza strategie particolari. Per un corretto sviluppo psico-fisico è necessario che il bambino percepisca il proprio ambiente (famigliare, scolastico, sportivo, etc.) come un ambiente amico e quindi come luogo sicuro e protetto all’interno del quale esprimere tutte le sue potenzialità. Il sistema nervoso è immaturo, l’apparato scheletrico non completamente ossificato. La coordinazione motoria e l’attivazione muscolare devono ancora assestarsi. È questa l’età in cui il maggior impegno dovrà essere rivolto al completamento assoluto dello schema corporeo e conseguentemente verso l’integrazione massimale delle capacità coordinative (processi di organizzazione, guida, controllo e regolazione cinetica ed energetica dei movimenti).
9-11 anni: crescere. In questa fascia di età le dinamiche di gruppo sono di fondamentale importanza per la formazione delle regole e dell’abitudine alla collaborazione. L’intelligenza diventa più strutturata e attraverso l’interazione il bambino si rende sempre più conto della propria autoefficacia. In questo periodo sboccia la socialità e l’emulazione, cosa che non deve mai essere sottovalutata dagli istruttori o allenatori che diventano, spesso inconsapevolmente, dei modelli, in positivo o in negativo, per i loro allievi. Il pensiero diviene dinamico, decentrato e reversibile; il bambino è in grado di compiere operazioni di classificazione e seriazione, valutando con accresciuta competenza i tempi e le distanze.
12-15 anni: studiare per migliorarsi. È oramai risaputo che la pratica di uno sport migliora la qualità della vita psicofisica dei soggetti durante la pubertà e aiuta a prevenire disagi psicologici importanti tipici di questa età quali, ad esempio, condotte antisociali, abuso di alcol e droghe, depressione o disturbi alimentari. Una corretta pratica sportiva a questa età permette di classificare le regole sociali importanti nella condotta quotidiana, facilita la condivisione dell’esperienze all’interno di un gruppo e fa fronte ai bisogni individuali del ragazzo, quali autostima, sicurezza e identità propria.
15-18 anni: identità. In questa fascia di età il ragazzo ha già maturato una scelta sportiva ben definita, anche se questa rappresenta l’età con il maggior rischio di abbandono della pratica sportiva.
In questo periodo il ragazzo sviluppa e definisce un’identità forte e stabile, consolida la propria autostima e riesce a controllare le emozioni al fine di gestire le situazioni. L’adolescenza è caratterizzata da una molteplicità di cambiamenti su svariati fronti: in questo periodo della vita diventano fondamentali gli amici, che non sono solo più dei compagni di giochi ma dei confidenti e delle persone con cui confrontarsi. Il ragazzo abbandona lentamente il concetto di sé costruito sull’adattamento alle aspettative genitoriali per sostituirlo ad una considerazione di sé derivata dai giudizi dei coetanei, per la quale sono di fondamentale importanza l’aspetto fisico, l’attrazione sessuale, l’intelligenza. L’adolescente acquisisce una propria identità quando trova un punto di equilibrio sintetizzando i concetti di sé, in una rappresentazione unitaria di sé qualitativamente superiore alla somma delle sue singole componenti. Il raggiungere la capacità di riflettere sul proprio pensiero e su quello degli altri permette al giovane di prendere in considerazione idee differenti dalle proprie, mutando la qualità delle relazioni e sfumando le caratteristiche egocentriche dell’età infantile. A questa età la riflessione su sé stessi è più approfondita ed elaborata e porta l'adolescente a comprendere che vi sono discrepanze tra come si vede lui e come lo vedono gli altri, portandolo a vagliare l'opportunità di adeguarsi alle aspettative sociali.
Nella tua attività trovi riscontro delle informazioni sopra citate?
A mio parere l’istruttore è la persona alla quale un genitore affida ciò che di più prezioso possiede: suo figlio (il cervello, il corpo e l’anima). Glielo affida affinché venga trasformato in un capolavoro pensante. Un onore colmo di responsabilità, incombenze, queste ultime, a cui non è possibile sottrarsi ed a cui è necessario arrivare adeguatamente allenati anche psicologicamente.
Melissa Balbo


