I ragionamenti di una “scoliotica”.

Emanuela Misciglia

Ho la scoliosi, ne sono affetta da quando avevo 5 anni, precocemente diagnosticata grazie al medico di famiglia del tempo che subito consigliò mia madre di farmi frequentare corsi di ginnastica correttiva e di nuoto a cui poi ho affiancato corsi di danza. Per molto tempo ho ragionato sulle cause che determinano questo dismorfismo e andando avanti negli anni ho letto, ricercato, chiesto pareri incontrando molte opinioni e nessuna certezza. Alla soglia dei miei 63 anni e per il mio ruolo da trainer ho incontrato innumerevoli casi di scoliosi per i quali ho progettato diversi e diversificati protocolli di lavoro, scoliosi tanto femminili che maschili in quanto, soprattutto nell’ultimo decennio, questa patologia che per molto tempo si è manifestata quasi esclusivamente nelle donne, ad oggi è presente in maniera importante anche negli uomini. Nel tempo ed in virtù dell’esperienza acquisita ho adattato e variato gli allenamenti rieducativi in una continua ricerca di protocolli di lavoro che vestissero al meglio la situazione psicologica, emotiva e fisica della persona.

Ho avuto casi di scoliosi dai 10 anni di vita in su, sia maschi che femmine, scoliosi di diversi gradi Cobb, più o meno gravi che, in ogni caso, hanno influenzato negativamente la qualità di vita, limitato la mobilità articolare, creato deformazioni, spesso comportando dolore soprattutto in casi nei quali non è stato intrapreso il percorso rieducativo e dove artrite e artrosi aggiungono complicanze.

Mi sono state sottoposte numerose diagnosi mediche nelle quali, spesso, ho notato la tendenza a standardizzare le stesse e a non considerare il supporto fondamentale dell’attività fisica rieducativa mirata e a rendere di difficile comprensione tale patologica e le strade da percorrere, specie in quei casi di scoliosi giovanile dove le possibilità di risultati positivi è ancora alta.

Fermo restando che nessuno vuole sostituirsi allo specialista medico, e mai trascurando il grado di gravità della patologia nonché la presenza di dolore o meno, ritengo però che ci sia scarso dialogo tra il mondo medico e quello dei professionisti dell’educazione motoria. Per comprendere meglio ciò di cui parlo voglio portarvi l’esempio di un mio allievo di 14 anni, Marco. A Marco è stata diagnosticata una scoliosi di 52° Cobb e, in un noto centro specialistico italiano, è stata suggerito l’intervento chirurgico da eseguirsi entro pochi mesi. Tale intervento consiste in una artrodesi posteriore strumentata e prevede l’applicazione di impianti metallici (viti e barre) nelle vertebre per riportare la colonna vertebrale in una posizione “naturale”. Non a caso ho virgolettato “naturale” in quanto tali barre e viti bloccano nel vero senso della parola la colonna vertebrale determinando una diminuzione della mobilità soprattutto in flessione che è l’atteggiamento assunto più frequentemente nella vita quotidiana (allacciarsi le scarpe, raccogliere un oggetto etc.). Pensiamo ora ad un ragazzo di 14 anni come Marco in piena età adolescenziale ed ancora non in completa maturità scheletrica, non sarebbe il caso di affrontare prima di tutto un percorso rieducativo motorio, posturale, di rinforzo muscolare e rivalutare l’intervento a maturità ossea raggiunta?

L ‘aggettivo che sempre viene associato alla parola scoliosi è “idiopatica” poiché, ad oggi, le cause sono sconosciute e benché le ipotesi siano molteplici spaziando dalla genetica (ereditarietà) alla psicosomatica, ad oggi non vi è una risposta certa.

Ciò che ha influenzato maggiormente la progettazione dei miei protocolli rieducativi è stato l’aspetto psicosomatico ovvero sulla somatizzazione di esperienze, di situazioni a noi non consone, non gradite ma che per qualche ragione (età, senso di dovere, incapacità di reazione etc.) appesantiscono, schiacciano la nostra esistenza come grande peso di cui sentiamo l’obbligo di farci carico. In maniera ironica, ho definito questa componente psicosomatica come “lato oscuro” che è stato l’oggetto di studio che ho voluto approfondire in quanto, ogni persona “scoliotica” che ho conosciuto, ha confermato un disagio passato protratto (chi più chi meno) nel tempo.

Con tutte le casistiche affrontate ho creato una statistica mettendo in rapporto:

-       il disagio psicologico

-       la capacità e il tempo di reazione a questo disagio

-       la gravità della patologia in base ai due punti di cui sopra

Ai soggetti (che definirò per comodità casi studio) che hanno intrapreso un percorso rieducativo presso il mio studio Pilates, prima ancora di iniziare qualsiasi tipo di attività fisica ho proposto una narrazione della loro (lunga o breve) storia di vita passata e presente estrapolando quei punti che individuavano ogni eventuale insoddisfazione, senso di costrizione, inadeguatezza, difficoltà di socializzazione e di rapporti familiari e via dicendo.

Per ogni individuo è risultato che tanto prima si era verificata una qual sorta di “ribellione” allo stato disagio tanto minore era la gravità della patologia, viceversa tanto più perdurava l’incapacità psicologica di reazione tanto più grave risultava la scoliosi.

 Queste valutazioni hanno influenzato fortemente diversi fattori come:

-       come pormi empaticamente nei loro confronti

-       nel bilanciamento dell’intensità di lavoro

-       nei tempi applicati per le varie esecuzioni dei movimenti

-       nell’accettazione delle reazioni più svariate (a volte anche difficili da affrontare) che ogni allievo ha avuto spaziando dal pianto alla rabbia, dalla paura al riso liberatorio

-       nel non avere aspettative poiché ogni risultato ottenuto è stato sempre una sorpresa per come è avvenuto e nei tempi in cui è avvenuto

Ogni qual volta che andiamo a smuovere dei blocchi fisici in quei punti si riattiva la circolazione sanguigna e l’apporto di ossigeno, le tossine accumulate in quei blocchi vengono smaltite dal sistema linfatico, il sistema respiratorio riprende gradualmente la sua corretta funzione, stimolato anche dall’impostazione di una respirazione forzata, in alcuni casi unilaterale e il sistema nervoso conseguentemente ne giova moltissimo.

La mia personale esperienza come “scoliotica”? Figlia unica fino agli 8 anni, super protetta da mamma e nonna che hanno cercato di difendermi da chissà chi e chissà cosa, alla nascita di mia sorella sono diventata di una vivacità e loquacità imbarazzante ed andando avanti con gli anni nessuno ha più potuto frenare le mie scelte.

Per concludere: la mia scoliosi non è grave.

 

Emanuela Misciglia


Autore: Ezio Dau 29 aprile 2025
Il significato degli ostacoli nella vita Nella vita, gli ostacoli rappresentano sfide che ci mettono alla prova e ci permettono di crescere e svilupparci. Questi impedimenti possono manifestarsi sotto forma di difficoltà personali, professionali o emotive, ma è proprio grazie a essi che possiamo imparare a superare i nostri limiti e a migliorare noi stessi. Affrontare gli ostacoli con determinazione e resilienza ci aiuta a sviluppare una mentalità forte e a trovare soluzioni creative ai problemi che incontriamo lungo il cammino. Ogni ostacolo superato ci rende più forti e ci prepara ad affrontare sfide future con maggiore fiducia e saggezza. Invece di temere gli ostacoli, dovremmo vederli come opportunità di crescita e di miglioramento personale, in grado di plasmare il nostro carattere e la nostra volontà. Resilienza e determinazione: le chiavi del successo La resilienza e la determinazione rappresentano le fondamenta su cui si basa il successo di un individuo. Essere resilienti significa essere in grado di affrontare le avversità con forza e flessibilità, reagendo in modo positivo alle sfide che la vita ci pone davanti. La determinazione, invece, è quella capacità interiore che ci spinge a perseguire i nostri obiettivi con fermezza e costanza, nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino. Senza questi due pilastri, diventa arduo raggiungere il successo desiderato. La resilienza ci permette di superare gli ostacoli con coraggio, mentre la determinazione ci dà la motivazione necessaria per non arrenderci di fronte alle avversità. Un individuo resiliente e determinato è destinato a raggiungere traguardi importanti nella vita. Come affrontare le difficoltà con coraggio Affrontare le sfide con audacia è fondamentale per superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti. Quando ci troviamo di fronte a difficoltà, è importante mantenere la calma e affrontarle con coraggio e determinazione. Spesso le sfide ci mettono alla prova, ma è proprio in quei momenti che possiamo dimostrare la nostra forza interiore. Affrontare le avversità con coraggio ci permette di crescere e di superare i limiti che pensavamo di avere. È importante non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma invece affrontarle con la giusta mentalità e determinazione. Solo così potremo uscire più forti e più saggi da ogni ostacolo che incontriamo lungo il nostro cammino. Crescita personale attraverso le sfide Affrontare le sfide della vita è fondamentale per la crescita personale. Ogni ostacolo che incontriamo ci offre l'opportunità di imparare, crescere e migliorare. Attraverso le sfide, possiamo scoprire nuove risorse interiori che non sapevamo di possedere, sviluppando così una maggiore consapevolezza di noi stessi e delle nostre capacità. La crescita personale attraverso le difficoltà ci permette di diventare più forti, più resilienti e più determinati nel perseguire i nostri obiettivi. In questo processo di crescita, impariamo a superare i limiti che ci eravamo posti, ad adattarci ai cambiamenti e a trovare soluzioni creative ai problemi che incontriamo lungo il cammino. Le sfide non sono solo ostacoli da superare, ma vere e proprie occasioni di crescita e trasformazione personale.  L'importanza della perseveranza nel superare gli impedimenti Nella vita, la costanza riveste un ruolo fondamentale nel superare gli ostacoli che si presentano lungo il cammino. La capacità di perseverare di fronte alle difficoltà è ciò che distingue coloro che raggiungono il successo da chi si arrende troppo presto. Affrontare le sfide con determinazione e resilienza permette di crescere personalmente, imparando dagli ostacoli incontrati e diventando più forti nel processo. L'importanza della perseveranza sta nel non arrendersi di fronte alle avversità, ma nel trovare la forza interiore necessaria per superarle. Solo attraverso la tenacia e la volontà di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà si può realmente progredire e raggiungere i propri obiettivi. Ezio Dau
Autore: Ezio Dau 25 aprile 2025
L'importanza della concentrazione Nella ricerca del successo e del raggiungimento degli obiettivi, l'importanza della concentrazione risulta fondamentale. Mantenere la mente focalizzata su un singolo compito o obiettivo permette di massimizzare l'efficienza e la produttività. Concentrarsi significa evitare le distrazioni esterne e interne che possono ostacolare il nostro percorso verso il successo. Quando siamo concentrati, siamo in grado di dedicare tutte le nostre energie e risorse mentali a ciò che stiamo facendo, aumentando così le probabilità di ottenere risultati positivi. La concentrazione ci aiuta a lavorare in modo più efficiente, a prendere decisioni ponderate e a gestire meglio il tempo a nostra disposizione. In un mondo pieno di stimoli e distrazioni costanti, saper concentrarsi diventa una skill preziosa per ottenere il massimo dalle nostre azioni e perseguire con successo i nostri obiettivi. Strategie per mantenere il focus Per mantenere il focus su un obiettivo specifico, è essenziale adottare diverse strategie che favoriscano la concentrazione e la determinazione. Una tecnica efficace è quella di stabilire obiettivi chiari e suddividerli in compiti più piccoli e gestibili, in modo da mantenere sempre chiaro il percorso da seguire. Inoltre, è utile creare uno spazio di lavoro ordinato e privo di distrazioni, che favorisca la produttività e la concentrazione. La pratica della mindfulness e delle pause regolari possono aiutare a rinnovare l'energia mentale e a ripristinare il focus sulle attività principali. Infine, l'utilizzo di strumenti come planner o app per la gestione del tempo può essere un valido supporto nell'organizzazione delle attività quotidiane e nel mantenimento del focus sulle priorità. Come gestire le distrazioni quotidiane Per gestire le interruzioni giornaliere e mantenere la concentrazione sulle proprie attività, è fondamentale adottare alcune strategie efficaci. Innanzitutto, è utile identificare le fonti principali di distrazione e cercare di limitarle il più possibile. Creare un ambiente di lavoro ordinato e privo di elementi che possano distrarre può favorire la concentrazione. Inoltre, è importante pianificare le attività in modo da prevedere eventuali pause o momenti di relax per evitare stanchezza eccessiva che potrebbe portare a una maggiore suscettibilità alle distrazioni. Utilizzare strumenti come timer o app specifiche per gestire il tempo dedicato a ciascun compito può essere di grande aiuto nel rimanere concentrati. Infine, imparare a dire no a richieste superflue o non urgenti può contribuire a mantenere il focus sulle priorità. Strategie per il riposizionamento mentale Nel perseguire i propri obiettivi, è fondamentale padroneggiare tecniche efficaci per il riposizionamento mentale. Questo processo implica la capacità di riorientare costantemente la propria attenzione verso l'obiettivo desiderato, riducendo al minimo le interferenze esterne. Una strategia utile è quella di praticare la mindfulness, ossia l'arte di essere pienamente consapevoli del momento presente senza giudizio. Inoltre, l'utilizzo di visualizzazioni positive può aiutare a mantenere viva la motivazione e a rafforzare la determinazione nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Altrettanto importante è imparare a gestire in modo costruttivo eventuali pensieri negativi o auto-limitanti che possono insorgere lungo il percorso, sostituendoli con affermazioni positive e incoraggianti. Infine, l'auto-riflessione regolare e l'auto-analisi possono contribuire in modo significativo a mantenere alta la concentrazione e a favorire un sano riposizionamento mentale verso il traguardo da raggiungere.  Benefici della disciplina nell'inseguire i propri obiettivi La costanza nel perseguire i propri traguardi porta con sé numerosi vantaggi. Essere disciplinati nell'attuare azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi favorisce la crescita personale e professionale. Mantenere un impegno costante e regolare permette di sviluppare una maggiore determinazione e resilienza di fronte alle sfide che si presentano lungo il cammino. Inoltre, la disciplina aiuta a mantenere alta la motivazione e a superare gli ostacoli che potrebbero scoraggiare chi non è abituato a perseguire con rigore i propri scopi. Grazie alla capacità di restare concentrati sulle mete prefissate, si ottiene una maggiore soddisfazione personale nel vedere i risultati del proprio impegno e della propria dedizione. Ezio Dau
Autore: Ezio Dau 22 aprile 2025
Il peso della scelta: comprendere le implicazioni Quando ci troviamo di fronte a decisioni significative, dobbiamo essere consapevoli del peso che ogni scelta porta con sé. Comprendere appieno le implicazioni di ciò che decidiamo è fondamentale per evitare conseguenze indesiderate in futuro. Questo peso della scelta può essere avvertito come un fardello, ma anche come un'opportunità di crescita e apprendimento. Analizzare attentamente le possibili conseguenze delle nostre decisioni ci permette di agire in modo più consapevole e responsabile, guidando il nostro cammino in direzione degli obiettivi prefissati. Accettare il peso della scelta significa assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle relative conseguenze, dimostrando maturità e determinazione nel percorso decisionale. La gestione delle conseguenze: un impegno continuo La gestione degli esiti di una decisione rappresenta un impegno costante che richiede attenzione e dedizione. Dopo aver scelto un percorso, è essenziale monitorare da vicino le conseguenze che ne derivano, adattandosi di conseguenza. Questo processo implica la capacità di valutare in modo obiettivo gli effetti delle proprie scelte e di apportare eventuali correzioni o miglioramenti lungo il cammino. La consapevolezza che le decisioni possono avere ripercussioni a lungo termine richiede una presenza costante e una volontà ferma nell'affrontare le sfide che si presentano. Solo attraverso un impegno continuo nella gestione delle conseguenze si può garantire un percorso di crescita e apprendimento costante, fondamentale per ottenere risultati positivi nel lungo periodo. La resistenza alle difficoltà: perseverare nella decisione Affrontare le sfide e le avversità che possono presentarsi dopo aver preso una decisione richiede determinazione e resilienza. La resistenza alle difficoltà è fondamentale per perseverare nella scelta fatta, anche quando gli ostacoli sembrano insormontabili. È importante mantenere salda la propria decisione, affrontando le difficoltà con coraggio e tenacia. Spesso ci si trova di fronte a situazioni impreviste o complesse che mettono alla prova la validità della nostra scelta, ma è proprio in questi momenti che bisogna dimostrare fermezza e non lasciarsi scoraggiare. La capacità di resistere alle avversità e di superare le difficoltà è ciò che permette di mantenere viva la decisione presa, portando a compimento ciò che si è scelto con determinazione. Strategie per affrontare il carico decisionale Per gestire il peso delle decisioni, è essenziale adottare strategie efficaci. Una tattica utile è quella di suddividere le decisioni complesse in piccoli passaggi più gestibili, facilitando così il processo decisionale. Inoltre, prendere in considerazione pro e contro di ciascuna opzione può aiutare a valutare obiettivamente le scelte disponibili. Altrettanto importante è concedersi del tempo per riflettere, evitando decisioni affrettate che potrebbero portare a rimpianti futuri. Consultare fonti affidabili e chiedere pareri a persone fidate può offrire prospettive diverse e preziose. Infine, ascoltare la propria intuizione e fidarsi delle proprie capacità decisionali è fondamentale per affrontare con successo il carico delle scelte da compiere. Riflessioni finali: accettare l'onere dell'impegno Nelle riflessioni conclusive di fronte alla decisione, è cruciale accettare pienamente l'onere dell'impegno che essa comporta. Questo significa essere consapevoli delle responsabilità e delle conseguenze che derivano dalla scelta intrapresa. Accettare l'onere dell'impegno implica essere pronti a dedicare tempo, risorse e energie per portare avanti la decisione presa, anche quando le sfide si presentano lungo il cammino. È un atto di coraggio e determinazione che richiede una forte volontà e una mentalità resiliente. Accettare questo peso dell'impegno ci permette di affrontare le difficoltà con maggior forza e determinazione, spingendoci a perseverare verso gli obiettivi prefissati nonostante le avversità incontrate lungo il percorso. Ezio Dau