Essere flessibili: la capacità di assorbire al meglio i cambiamenti.
Oggi voglio parlarvi di FLESSIBILITA’. Seguendo gruppi persone in diversi ambiti lavorativi mi trovo spesso a dover affrontare situazioni interne un po’ critiche che sfociano in veri e propri conflitti. A volte il nostro comportamento non è consono all’interno del gruppo in cui operiamo. Può succedere che il nostro modo di pensare e di agire, non si compreso dagli altri come noi vorremmo. Questo ci fa arrabbiare ci fa andare fuori dalle righe, ci crea conflitti e contrasti e portandoci a tenere atteggiamenti non troppo tollerabili da chi ci sta attorno. Istintivamente si litiga, si cerca di far prevalere il nostro punto di vista e le nostre opinioni fino al punto di voler prevaricare sugli altri in modo prepotente. Come si può ovviare a tutte queste situazioni? Può sembrarvi banale ma la risposta è: facendo e dicendo il meno possibile, portando l’attenzione sul fatto che quel poco non produca danni. Mi spiego meglio. A volte la tensione è talmente alta che pur avendo sacrosanta ragione non c’è modo di farsi comprendere dagli altri, poiché per natura siamo tutti un po’ istintivi e siamo portati a difenderci fin dal primo momento cercando di rifuggire le ostilità, a prescindere dai contenuti che le fanno scaturire. Con gli anni e la maturità ho imparato che prendersi tempo per lasciar sedimentare le emozioni negative e con un atteggiamento volto all’ascolto ed al rispetto dell’altra persona si ottengono risultati migliori. Aumenta la qualità della relazione fra le persone, senza necessariamente dover modificare le proprie idee di partenza. Con i team di lavoro questo succede spesso perché oltre alle divergenze di opinione c’è la componente dello stress competitivo che può crearsi al suo interno se precedentemente non si è costruita la squadra in modo funzionale al progetto lavorativo. Capita sovente di avere la mente obnubilata e di essere poco lucidi. A volte mi è stata posta questa domanda: “devo trattenermi anche a costo di fingere e di non essere me stesso?”. La mia risposta è: “si, se non ci sono presupposti migliori meglio fingere”, e vi spiego perché. Quando lavoriamo in team dobbiamo ragionare prioritariamente nel rispetto degli obiettivi comuni sebbene ne abbiamo anche di personali e quindi pur di ottenere il risultato che il gruppo si aspetta dobbiamo avere il coraggio e la capacità di rinunciare un po’ a quello che noi siamo, per dare il nostro contributo alla squadra, come dicevamo prima cercando di essere flessibili quanto più possibile. Per contro mi rendo conto che imparare ad essere flessibili richiede un allenamento costante e faticoso. Lasciarsi andare all’istinto di reagire ed essere impulsivi per dare una prova di forza è troppo seducente a volte. Però pensiamoci bene: non da più l’idea di forza stare calmi e prendersi il tempo per valutare la situazione da più punti di vista e gestendo le proprie emozioni? Provate a fare l’esercizio di visualizzare una situazione in cui vi lasciate andare all’istinto e una in cui vi prendete il tempo per approfondire quello che sta succedendo ancor prima di agire e provate a sentire come state nelle due diverse situazioni. Secondo me vi stupirete di voi stessi!
Ezio Dau


