Le buone pratiche del Coaching. Essere efficaci attraverso il potere delle domande.
“Giudica un uomo dalle sue domande piuttosto che dalle sue risposte”. Citando questa frase di Voltaire oggi voglio parlare di un argomento un po' bistrattato: “la curiosità”. Come Coach non posso che elogiare il significato di questo termine perché per noi è lo strumento più potente fra quello che abbiamo a disposizione come professionisti, ma sovente e nell’immaginario collettivo viene attribuita a questa parola una connotazione negativa, quasi fastidiosa. A mio avviso, invece, la curiosità è una dote di altissimo valore. Coltivare qualitativamente la curiosità significa imparare a fare le domande nel modo giusto. Fare le domande nel modo giusto denota la volontà di mettersi all’ascolto dell’altro con interesse e senza superficialità. Mettersi all’ascolto predispone all’accoglienza nei confronti degli altri. Una buona accoglienza aiuta a creare una comunicazione efficace fra le persone. La comunicazione efficace crea una relazione di estrema fiducia. E la fiducia ci mette in condizione di sostenerci reciprocamente quando dobbiamo risolvere dei problemi o affrontare situazioni di estrema difficoltà. Ho scritto questo concatenamento di frasi per evidenziare quanto c’è dietro a delle buone domande. Ovviamente non è facile rimanere connessi senza entrare nel personale e nell’intimo, ma allenando questa grande qualità sicuramente impareremo a conoscere meglio gli altri e a non dare per scontato ciò che a prima vista sembrerebbe ovvio. L’errore più grande che possiamo commettere, infatti, è dare tutto per certo senza approfondire il campo in cui operiamo e non prendendo in considerazione la ricchezza che ogni individuo nella sua unicità possiede. Provate a pensare a quante volte vi siete sentiti incompresi oppure non siete riusciti voi a comprendere ciò che altre persone volevano trasmettervi, questo succede spesso e la causa è proprio la carenza di domande. Ci facciamo prendere dall’imbarazzo aspettando che siano gli altri a fare il primo passo per comunicarci qualcosa o peggio ancora ci avventuriamo nel buio sentiero dell’interpretazione che quasi mai ci porta a comprendere empaticamente ciò che gli altri sentono attraverso le loro emozioni. Certo chiedere e fare domande ci porta ad esporci in prima persona e sicuramente ci mette in una zona di pochissima comodità ma una volta imparato ad utilizzare con equilibrio lo strumento della domanda vedrete che il vostro compito di creare una relazione, di qualsiasi tipo, con un’altra persona vi risulterà più semplice. Vi chiedo quindi se per voi è facile usare questo strumento. Quanto osate fare domande e quanta attenzione ponete al tipo di domanda che utilizzate. Proviamo oggi a condividere questa esperienza un po’ diversa da quelle proposte finora tenendo sempre conto che per questa competenza c’è sempre bisogno di allenamento con costanza e perseveranza.
Ezio Dau


