Il processo creativo come strumento principale di evoluzione e di crescita personale.
La creatività non fa a pugni con la disciplina. (Johan Cruijff)
Molti credono che la creatività, come il talento, sia un dono riservato a pochi privilegiati che la natura, chissà con quale criterio sceglie. In realtà la creatività, come il talento del resto, appartiene ad ognuno di noi e sottintende la voglia ed il coraggio di uscire dalle zone di comodità che per pigrizia o per abitudine ci piace frequentare. Spesso siamo portati a pensare che le persone creative facciano parte di una schiera che, banalizzando, definiamo “…tutta genio e sregolatezza…”. Io credo fermamente che la creatività, sia una di quelle competenze di cui gli umani non possano farne a meno. A tutti è capitato o capiterà nella vita di affrontare una situazione a cui non siamo preparati, né tecnicamente, né mentalmente. E’ proprio in questi momenti a noi così sconosciuti che abbiamo il vitale bisogno di affrontare le difficoltà da un altro punto di vista, di utilizzare quel pensiero laterale che ci fa vedere ben oltre il nostro naso e che ci regala prospettive diverse. Innanzitutto bisogna fare chiarezza essere creativi non è sinonimo di essere disordinati e disorganizzati. La creatività ha più a che fare con l’intuizione che con la fantasia, perché se è pur vero che bisogna essere originali, la creatività deve essere coerente con le problematiche che andiamo ad affrontare. Associo la creatività al guardare le cose da un punto di vista privilegiato e credo che affrontare le tematiche che ci affliggono in maniera tridimensionale e panoramica ci consenta di non tralasciare nulla nell’esplorazione dei momenti di difficoltà. Abbiamo detto che la creatività non è prerogativa di poche persone, e neanche è attinente ad un particolare periodo della vita, così com’è falso affermare che solo in certi ambiti (per esempio l’arte) questa può trovare i suoi spazi. Ma c’è un aspetto della creatività in cui i luoghi comuni si sprecano ed è quello che riguarda la spontaneità e la facilità di metterla in atto. Abbiamo detto che la creatività è un po’ come il talento; ognuno di noi ha più o meno predisposizione per metterli in pratica ma nel contempo bisogna metterci impegno, dedizione e costanza. Non tutti sono creativi nell’immediato e magari necessitano di più tempo per elaborare ciò che emerge nell’affrontare ogni tipo di difficoltà. Nel mio mestiere di coach, per esempio, spesso mi capita di discutere con colleghi più giovani che presi dalla smania di fare e con l’ansia di non perdere tempo, rinunciano a mettere in atto quel processo creativo che ci fa essere più efficaci nell’azione di aiutare i nostri clienti a risolvere i loro problemi. La creatività, quindi, possiamo associarla alla capacità di prendersi i tempi giusti per affrontare i momenti più difficili e quelli in cui ci sembra che non ci sia più nulla da fare. Imparare ad essere creativi ci regalerà la capacità di sorprenderci e di scoprire di essere più capaci di quello che pensavamo all’inizio, l’unico prezzo da pagare, e lo si fa volentieri a mio avviso, è quello di permettersi il lusso di non avere fretta, ma di analizzare con dovizia di particolari tutto ciò che succede nell’ambiente in cui viviamo la nostra quotidianità. Oggi ho voluto affrontare un argomento “maturo” che richiede esperienza e competenza ma credo, e lo dico soprattutto per i più giovani, che maneggiare con cura questa competenza trasversale fin da subito abbia la facoltà di rendere più facile il nostro percorso professionale e di vita.
Ezio Dau


