L’importanza dell’autocoscienza nella relazione di coaching.
Sento l’esigenza di scrivere questo articolo, sulla scia di una domanda che mi è stata fatta poco tempo fa da un aspirante coach, durante un corso di formazione. La domanda era questa: Come si impara a conoscere bene il proprio coachee ed essere efficaci durante le sessioni?”. Ho risposto che un coach deve essere autocosciente. Se un coach riconosce se stesso è più capace nel riconoscere gli altri. L'autocoscienza è fondamentale per un coach perché permette di avere una conoscenza più profonda di se stessi, delle proprie abilità, dei propri limiti e dei propri confini. Essa consente di capire come le proprie emozioni, i propri pensieri e le proprie esperienze influenzino il proprio modo di agire, di comunicare e di relazionarsi con gli altri. Inoltre, l'autocoscienza permette al coach di comprendere meglio il proprio coachee, di percepire le sue emozioni, le sue paure, le sue difficoltà, e di mettersi al suo posto. Solo in questo modo il coach può aiutare il coachee a raggiungere i suoi obiettivi, senza giudicarlo o condizionarlo in modo negativo. In sintesi possiamo dire che l'autocoscienza è una competenza fondamentale per un coach che vuole lavorare in modo efficace, costruttivo ed etico con i propri coachee. Grazie alla consapevolezza di sé, il coach può riconoscere i propri pregiudizi, le proprie paure e le proprie limitazioni, e lavorare su di esse per migliorare il proprio lavoro. Inoltre, l'autocoscienza consente al coach di avere una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e di gestirle in modo adeguato durante la relazione di coaching, senza influenzarla con dinamiche personali. In questo modo, il coach è in grado di comunicare in modo efficace con il coachee, ascoltandolo con attenzione e rispettando le sue opinioni e i suoi punti di vista. Allo stesso tempo, l'autocoscienza permette al coach di adattare il proprio stile di lavoro in base alle sue esigenze. Non è facile sviluppare l'autocoscienza come coach. Questa pratica richiede tempo e dedizione, ma è un processo fondamentale per migliorare il proprio lavoro. Una delle prime cose da fare è dedicare del tempo alla riflessione personale, cercando di comprendere meglio le proprie emozioni, i propri pensieri e le proprie esperienze. Inoltre, è importante chiedere feedback ai propri coachee e ai colleghi, in modo da avere un punto di vista esterno sulla propria performance. Un'altra strategia utile è quella di partecipare a corsi di formazione e di coaching, in modo da acquisire nuove competenze e conoscenze, e confrontarsi con colleghi e professionisti del settore. Infine, è importante mettersi alla prova, sperimentando nuove metodologie di lavoro e metodi di coaching, in modo da ampliare il proprio bagaglio di esperienze e migliorare le proprie competenze. Sviluppare l'autocoscienza come coach richiede un impegno costante, ma permette di migliorare il proprio lavoro e di lavorare in modo efficace ed empatico con i propri coachee. Anche il coachee, però trae beneficio quando il coach è in grado di riconoscere con chiarezza se stesso ed accettarne tutti i risvolti conseguenti. Al coachee, l'autocoscienza del coach permette di sentirsi ascoltato e compreso, di ricevere un supporto adeguato alle proprie necessità e di raggiungere i propri obiettivi in modo efficace.
Ezio Dau


